Gli Strumenti
Nella dotazione di strumenti del Conservatorio rientrano arpe, archi, fiati, pianoforti, percussioni ed anche alcune gemme particolari .
Innanzitutto l’Organo dell’Auditorium Fiorentini*, costruito nel 2001 dall’organaro Glauco Ghilardi di Lucca e collocato nell’ex sala da pranzo della Villa. Si tratta di uno strumento a trasmissione meccanica, dotato di due manuali di 54 tasti ed una pedaliera di 30; i 15 registri a pomello, posti ai lati delle tastiere, sono distribuiti su Grand’Organo, Positivo e Pedale; le canne appoggiano su un unico grande somiere a tiro, con il registro di Principale 8’ in facciata.
Il Conservatorio possiede anche due Clavicembali, entrambi a due manuali.
Il più pregiato è stato costruito nell’atelier parigino di Reinhard von Nagel, famoso cembalaro che ha realizzato più di mille strumenti ora presenti in oltre 30 Paesi del mondo; l’altro, sempre su modello francese, costruito da Antonio de Renzis.
Inoltre, nel 2017, il Conservatorio ha acquistato una splendida copia di un Fortepiano Stein, tanto apprezzato da Wolfgang Amadeus Mozart (*), costruito dal cembalaro palermitano Ugo Casiglia.
Con l’Aula Multimediale, infine, il Conservatorio può contare sulle dotazioni tecnologiche e informatiche necessarie alle attività connesse, comprese quelle di montaggio audio-video e post produzione di tutti i documenti digitali.
(*)“Mon très chere Père,
Comincio senz’altro dai pianoforte di Stein. “Prima di vedere questi lavori, io ero entusiasta dei pianoforti di Spaeth, ma ora devo dire che preferisco quelli di Stein perchè essi addolciscono il suono molto meglio di quelli di Ratisbona. Quando picchio forte sul tasto, il dito lo posso lasciar giacere su di esso o posso anche alzarlo, chè in tutt’e due i casi il suono è già via istantaneamente, al momento stesso in cui l’ho percepito. Posso picchiare i ·tasti come mi pare e piace, il suono è sempre il medesimo; non vibra, non divien più forte ne più debole, ne sosta; in una parola tutto è sempre lo stesso. E’ vero, un tal pianoforte non si trova per meno di 300 fiorini, ma la preoccupazione e la diligenza del costruttore è veramente impagabile. I suoi strumenti hanno questo di particolare, che sono costruiti col disimpegno. Non ha ancora consegnato il centesimo di tali pianoforti: ma senza tale disimpegno è impossibile che un pianoforte non rimbombi o tintinni. I suoi martelletti ricadono immediatamente, non appena si è battuto il tasto, e dal momento che essi ricadono giù da un lato, è indifferente il fatto che uno tenga il tasto abbassato o lo lasci andare. Quando ha completato ciascuno di codesti pianoforti (come mi ha detto egli stesso), vi si siede e prova tutti i possibili passaggi, le andature, i salti, e ritocca, e vi suda sopra, fino a che il pianoforte risponde in tutto e per tutto ai suoi desideri; egli infatti lavora per amore della musica, non per proprio utile, e in caso contrario sarebbe molto più svelto nel preparare un pianoforte. Spessodice:”Senonfossiuncosìappassionatoamantedellamusica,e nonmen’intendessi un pochino di pianoforte, già da un bel pezzo avrei perduto la pazienza necessaria in questo lavoro”.
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