Amalia e Carlo di Pietro Carlo Guglielmi: un capolavoro tra ricerca e performance

Standing ovation al Teatro Guglielmi di Massa per Amalia e Carlo: un capolavoro tra ricerca e performance

Il 12 settembre 2025, al Teatro Guglielmi di Massa, è andata in scena la prima esecuzione moderna di Amalia e Carlo di Pietro Carlo Guglielmi. L’iniziativa, a cura del Conservatorio Giacomo Puccini della Spezia, si inserisce in un modello di ricerca musicologica e artistica che l’istituzione porta avanti da diversi anni, con il coordinamento di Alessandra Montali, nel quale il piano scientifico e filologico della ricerca musicologica è strettamente connesso a quello performativo.

Il lavoro filologico di trascrizione della partitura – fondato sulla tesi di dottorato di Barbara Salani, che ha riportato alla luce la partitura completa del 1812 – si è tradotto in un’esperienza performativa capace di restituire al pubblico non solo la rarità di un titolo dimenticato, ma anche la sua forza teatrale ed emotiva.

Il progetto è stato realizzato con il sostegno e la partecipazione attiva di istituzioni pubbliche e private italiane e internazionali: il Conservatorio della Spezia, il Teatro di Massa, la Florida Atlantic University, l’Associazione del Castello del Terziere Omnia Vanitas, il Circolo di Boca Raton e Casa Italia Miami. Il grande interesse suscitato dall’iniziativa è stato confermato dal sold out registrato già una settimana prima dell’esecuzione e dalla standing ovation che ha salutato l’intero cast al termine della serata.

Al centro del successo complessivo la direzione di Giovanni Di Stefano, la cui grande esperienza e profonda visione artistica e competenza ha guidato la performance con eccezionale chiarezza e autorevolezza interpretativa. Ha affrontato con maestria i passaggi più impegnativi, mantenendo un perfetto equilibrio tra voci e strumenti. Ogni gesto della sua bacchetta ha trasmesso intensa concentrazione e tensione drammatica, infondendo all’intero impianto sonoro coerenza, profondità e vitalità espressiva.

L’orchestra del Conservatorio Giacomo Puccini della Spezia è stata protagonista di una prova di grande maturità e sensibilità stilistica, nonostante la complessità e la rarità del repertorio affrontato. L’ensemble è stato sostenuto, nelle prime parti, da professori del Conservatorio che hanno saputo guidare i giovani strumentisti con esperienza e autorevolezza: Igor Cantarelli (violino), Laura Andriani (violino), Francesca Piccioni (viola), Paolo Ognissanti (violoncello), Danilo Marchello (corno) e Paolo Gonnelli (vocal coach), hanno contribuito a garantire compattezza, precisione e un fraseggio sempre flessibile, permettendo all’orchestra di restituire con freschezza e solidità la tessitura della partitura.

Il cuore drammatico dell’opera è affidato ad Amalia, interpretata dal soprano Patrizia Cigna, soprano con alle spalle una trentennale carriera internazionale e docente di canto al Conservatorio Puccini di La Spezia, che ha affrontato un ruolo di eccezionale difficoltà, impegnativo tanto sul piano tecnico quanto su quello espressivo. La sua prova ha unito sicurezza vocale e intensità drammatica, restituendo un personaggio femminile di rara complessità e imponendo una presenza scenica magnetica.

Accanto a lei si sono distinti Roberto Jachini Virgili (Carlo) e Danilo Paludi (Marchese Bottifazio), interpreti di grande efficacia scenica e vocale. Una menzione speciale merita Mitchell Hutchings (Conte Onorio Ambrogi), professore di canto della Florida Atlantic University e direttore artistico del progetto, che ha convinto per la bellezza della voce e la solidità tecnica.

Tra le giovani promesse si sono messe in luce Enrica Rouby (Geltrude), Arabella Kramer (Giulia), Carson Carter (Checco), Matthew Escobar (Franco/Gasperino) e Simone Emili (Malnato), capaci di restituire con entusiasmo e professionalità la vivacità dei loro personaggi, inserendosi con efficacia nel tessuto corale dello spettacolo.

Non va dimenticato il contributo del Coro degli Armigeri, preparato con cura da Paolo Biancalana, che ha aggiunto compattezza scenica e potenza sonora nei momenti di maggiore tensione drammatica, completando un affresco musicale e teatrale di grande suggestione.

A coronare il tutto, l’ottima regia curata da Alessandra Bianchettin e Asya Fusani, con il prezioso apporto di Andrea Battistini (acting coach). L’allestimento ha mostrato grande raffinatezza: suggestivi i movimenti delle pedane che hanno creato quadri di rara eleganza nella disposizione degli oggetti e delle persone, con una cura estetica che ha valorizzato le geometrie sceniche. Notevole anche l’attenzione alla recitazione che in diversi passaggi ha saputo coinvolgere intensamente il pubblico, integrando l’impianto musicale con un linguaggio teatrale vivo e appassionante.

La rinascita di Amalia e Carlo si è così affermata come un’esperienza intensa, capace di rivelare al pubblico contemporaneo l’attualità e la vitalità del patrimonio operistico italiano, riscoperto e riproposto con rigore, passione e grande qualità interpretativa.

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